Frutta a guscio, una sana abitudine
Buone notizie dai cugini spagnoli
Il raggiungimento di una maggiore longevità deve essere inteso non solo come la massima durata possibile della vita umana, ma anche una maggiore qualità della vita in termini di buona salute.
La genetica contribuisce per il 25% ai cambiamenti che si verificano nell'invecchiamento (fisiologico) e per il restante 75% (invecchiamento epigenetico) ai cambiamenti dovuti a malattie accumulate e fattori ambientali e di stile di vita, come le abitudini alimentari, che sono modificabili.
Gli schemi alimentari sani possono modulare l'aterogenesi direttamente o attraverso un effetto sui classici fattori di rischio come i lipidi plasmatici, la pressione sanguigna e la concentrazione di glucosio nel sangue, tutti associati alla Sindrome metabolica MetS.
Lo studio
Uno studio spagnolo osservazionale, descrittivo, trasversale ha indagato 556 individui non istituzionalizzati tra i 65 ei 79 anni di età.
GLUTAMMINA
"due ricerche internazionali guidate dal Prof. Massimiliano Mazzone, docente straordinario al Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute di UniTo e afferente al VIB-KU Leuven Center for Cancer Biology, rivelano l'importanza della glutammina nella risposta infiammatoria in seguito a tumore o a danno degenerativo tissutale.
Nei due lavori pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, Nature il 28 ottobre e EMBO Molecular Medicine il 28 agosto, il team di ricerca del Prof. Mazzone ha dimostrato come il metabolismo della glutammina, con la sua capacità di influire sulla rigenerazione delle fibre muscolari e sull’inibizione delle metastasi tumorali, apre nuove prospettive per la cura dell’invecchiamento muscolare."
Questa è una delle moltissime ricerche che attribuiscono proprietà benefiche alla glutammina.
Tra le varie proprietà della glutammina vi è anche la capacità di riparare le pareti intestinali, favorendo la salute della flora, stimolando la crescita dei villi e aumentando la capacità di assorbimento dell’intestino.
COVID 19. Contagiosità e complicanze aumentate da zuccheri e glicazione
di Attilio Speciani
19 Ottobre 2020
Un gruppo di ricercatori statunitensi della Harvard Medical School e della Jolla University ha pubblicato in ottobre 2020 su Cell Host & Microbe i risultati di uno studio sulle modalità con cui il virus SARS CoV-2 entra nelle cellule umane, infettando l'organismo e determinando poi i successivi danni patologici tipici del COVID-19 (Zhao P et al. Cell Host Microbe. 2020 Oct 7;28(4):586-601.e6. doi: 10.1016/j.chom.2020.08.004. Epub 2020 Aug 24).
Dal loro lavoro, estremamente documentato, emerge che è la glicosilazione (cioè la presenza di residui zuccherini) a rendere possibile l'infezione del virus, facilitando le complicanze successive. Un tema importante perché la glicosilazione è molto spesso presente quando è elevata la glicazione, dovuta alla ssunzione individualmente eccessiva di zuccheri.
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Si tratta di una conoscenza che può aiutare chiunque a fare scelte alimentari più consapevoli per difendersi, perché la glicazione è dovuta a un uso ripetuto o eccessivo degli zuccheri e può quindi essere modificata una volta che ne siano state comprese le cause.
Questa ricerca può avere dei risvolti di fortissimo impatto clinico attuale e futuro per almeno tre motivi:
• la proteina spike (quella con cui il virus del Covid entra nelle cellule umane) deve essere glicosilata dalla presenza di radicali derivanti dal metabolismo di glucosio e fruttosio per potere entrare nella cellula e iniziare la sua attività di replicazione;
• il recettore ACE2 (quello attraverso cui il virus si aggancia alla cellula umana) deve pure essere “glicosilato” per poterne consentire il passaggio;
• la presenza di fattori di glicazione e di glicosilazione sul virus può creare uno schermo protettivo nei confronti degli anticorpi, rendendo in un certo senso inattivi anche gli eventuali anticorpi sviluppati.
La presenza di alcuni fattori di glicazione è, in piccola misura, fisiologica, ma l'alimentazione può determinare un incremento dei fattori di glicazione a causa di zucchero, fruttosio, alcol e polioli utilizzati nella propria dieta.
“La glicazione, dovuta a glucosio, fruttosio, alcol e polioli usati nella dieta, può essere una delle concause più importanti nella infezione da SARS CoV-2. Conoscerla e controllarla può aiutare la difesa dal Covid-19 più di quanto pensato finora.”
In pratica quindi si può comprendere perché i soggetti con diabete o con iperglicemia non controllata hanno un tempo di degenza da Covid decisamente più elevato di chi abbia la glicemia controllata e hanno, purtroppo, un indice di letalità marcatamente più alto, come descritto sul Journal of Diabetes and Science Technology.
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Conoscere e misurare i danni da zuccheri: cos'è la glicazione
Con l'evolversi delle conoscenze sul Covid-19 si sta comprendendo che anche le complicanze polmonari possono essere accentuate dalla glicazione, attraverso il coinvolgimento dei RAGE (recettori dei prodotti finali di glicazione o, in inglese, Receptor for Advanced Glycation End-products), come ben descritto su Inflammation Research nel luglio 2020.
Quindi diventa fondamentale capire quanto sia importante la glicazione nella prevenzione del Covid e delle sue complicanze. Ho già scritto nell'articolo “Covid, influenza e prevenzione invernale” che lo studio dell'infiammazione da alimenti e della glicazione, e il loro controllo, sono parti rilevanti della prevenzione.
Per avere un'idea di quanto valga l'alterazione della glicemia nella difesa dalle complicanze del Covid, è bene sapere che nel Regno Unito si è visto che in relazione all'età, l'indice di letalità da Covid per i diabetici varia da 2 a 6,5 volte l'indice di letalità della popolazione normale.
Oggi più che mai, la prevenzione del Covid dovrà tenere conto anche dei livelli di infiammazione da alimenti e della infiammazione da zuccheri, due delle più importanti forme di infiammazione alimentare, che possono essere misurate efficacemente con alcuni test specialistici.
Lo studio descritto in questo articolo rafforza ancora di più la necessità di attenzione alla glicazione alimentare e segnala che in attesa di una copertura vaccinale efficace (e probabilmente anche per consentire la sua efficacia), il rapporto individuale con la infiammazione dovuta agli zuccheri potrebbe essere molto più rilevante di quanto finora considerato.
International sport forum
Scopo del nostro studio osservazionale all’interno del Progetto Alagen-io è stato quello di misurare alcuni biomarcatori di ox-Infiammazione nei giocatori professionisti di una squadra di Serie A come l’Udinese per identificare le relazioni esistenti tra bilancio Redox, nutrizione personalizzata, carichi di lavoro, tipologia di allenamenti, e performance atletiche.
Un prolungato squilibrio tra carico di allenamento e recupero può sopraffare le difese antiossidanti ed indurre una perdita permanente della risposta adattativa fisiologica, con o senza segni clinici associati.
Queste medaglie sono il risultato di tanti allenamenti,sacrifici,rinunce. Non c'è pioggia,vento caldo freddo che ti può fermare. Permettetemi di ringraziare la mia famiglia che mi sopporta e mi supporta,il dott.Roberto Vano che mi segue a livello nutrizionale con Alagen-io, il mio massaggiatore personale disponibile in qualsiasi ora Denis Carcich, la Farmacia S.Maria dei dott. Del Bianco Villa Vicentina, la Dana Sport di Aiello, la mia Società di appartenenza L'Atletica Monfalcone e gli amici che mi spronano sempre Adriano,Alessandro,Dario,Maurizio Paolo,Pierino,Mario,Stefano,Sergio,Lino.E ovviamente tutti gli amici/e che mi hanno fatto i Complimenti su Facebook. Campione Italiano di categoria dei 100 km a Imola in 11:15:36 e dei 50 km. a Vigoleno (Piacenza) in 4:23:00 Migliore prestazione Italiana di Categoria. Semplicemente grazie a tutti.